domenica 26 dicembre 2010

joka päivä.

In realtá era ieri sera. le ore sono giá passate e il buio si é giá sciolto.
siamo accora attaccati alla finestra per sentire il gelo entrare nelle ossa e aspattera un altro buio.
come si puó essere felici al buio? si puó,te lo dico io.
la notte ha sciolto con se tutte le paure e i brutti sogni che senza un perché erano diventati ragnatele troppo fitte da poter sconfiggere.
ti prendono cosí i brutti sogni.appena decidi di chiudere gli occhi e lasciar passare le ore.
ma ho espresso mille desideri, insieme a queste ore.
ho chiesto in mille lingue che questo tempo non finisca.
non ho paura del tempo che passa, ma non voglio che per una volta finisca.
tutto girava cosí veloce, sognavo di non aver tempo di prendere in mano quella biro e scrivere, sognavo che tutti i certificati non arrivavano e dovevo correre piú veloce del tempo per essere irrngiungibile.
sognavo che quelle parole straniere non venivano mai capite e sentivo che dormire non era la cosa migliore da fare.
guardavo la finestra e il buio entrava in quelle coperte, ormai mie.
in quella stanza di questa casa che é mia.
é qui la mia vita.
la mia vita é qui ormai da 131 giorni.
la mia vita é questa, la mia vita é qui.
la mia vita?
non dormiró piú, non mi sveglieró piú.
non guarderó piú il calendario e spegneró la luce.
ho sentito il peso dei giorni che scivolavano giú dalla schiena.
per la prima volta ho sentito concretamente il tempo scivolarmi via dalle mani.e le cose da fare e cpire sono talmente tante che le ore di sonno verranno sostituite con le solite corse alle 2.03 di notte lungo viali bui coperti di neve.
la mia vita é qui, la mia vita é questa.

suomesta rakkaudella.
katson teille täällä, koska tässä on minun elämä.

mercoledì 15 dicembre 2010

il tempo non deve finire.

ja sitten luulen että aika on liian nopea.
mutta haluan kiittää kakkille varmoja.
mukaasi kakki on helpompaa.
ei pääty mihinkään,lupaan teille.

en ymmärän.

Tra un´ora e l´altra penso che tutto stia davvero andando allo sfascio.
ho letto la tua lettera, avevo le mani gelate per i troppi gradi che ormai non ci sono piú.
se le cose te le dicono in un´altra lingua, non cambia niente. dal momento che puoi capire, dal momento che, capisci che sarebbe stato meglio non capire.
non lo so, ormai, dove finiremo.
forse dentro una bolla con cartelle elettorali di voti comprati.
forse siamo giá finiti, come cartucce di biro eleganti che dopo un pó arrivano alla fine, e devono essere cambiate.
ma qua non cambia niente, se non le nostre vite che vengono cancellate troppo facilemnete come disegnate su un pezzo di carta a matita.
siamo giá finiti, forse. e non ce ne siamo resi conto.
forse, tra montagne di detriti costruiremo le prossime case che al primo soffio di vento verrano sbattute a terra. per poi essere ricostruite con false promesse e sorrisi che tirano gli schiaffi.
(re)agire é difficile quando hai il petrolio fino al collo.
ritorniamo ad essere immersi nel petrolio, per non dire nella merda.
per non dire tutte le parole che avrebbero dovuto essere dette solo per dire che la veritá non é mai stata detta.
ma sono come coltelli che non fanno piú male.
ed é difficile pensare al meglio quando sei in una strada a senso unico.

ma non posso smettere di pensare e di sperare che altre foglie cadranno, e altra neve coprirá rumori velenosi. non posso smettere di sperare in qualcosa di migliore in questo paese che di strade ne ha davvero tante, e le opportunita non sono mai state negate,a nessuno.
rimaniamocene qua,noi.
che qua il futuro esiste.