lunedì 26 luglio 2010

da bravi figli dell'epoca nuova.

in realtà,volevo dirti,che noi non seguiamo i sogni.
ma le speranze.i sogni spesso,sono incubi,tremende paure che ci rapiscono durante il sonno e costringono il cervello a svegliarsi ancora prima che sia l'ora giusta.
paralizzano e fanno in modo che piccole lacrime sulla fronte inizino a scendere.
ma le speranze no.le speranze costruiscono mondi migliori,fanno stringere i denti e urlare contro vento.
non mi sembra nè giusto nè tanto meno sensato costruire il nostro essere sopra castelli di sabbia come i sogni.i quali a volte fanno morire e altre piangere.
perchè se ci pensi,i sogni,quando sono belli fanno male,poi,quando apri gli occhi nella speranza che sia tutto vero.
non sono sinonimo di felicità,quindi.nè di amore folle verso qualcosa o qualcuno.
quando spero di risentire i tuoi passi non fa mai male come sensazione.quando sogno che mi rincorri in una strada buia e penso sia tutto vero,apro gli occhi e una pugnalata al cuore lo distrugge,appoggiando ogni pezzo sopra il comodino.
e poi?
poi ricomincio a camminare con il peso sulle spalle.
quindi no.è inutile che mi continui a dire che sono i sogni che fortificano le nostre ossa.sono solo illusioni effimere di una realtà lontana.
le speranze,invece,aiutano a vivere.
le cicatrizzerei sopra la pelle certe notti,certe canzoni.
lo sai.
ma non sono di certo dettate dai sogni,ma da speranze a pugni chiusi e denti stretti.con gli occhi rivolti verso l'orizzonte.
la speranza di farcela,di amare,di essere amati.
la speranza.
non il sogno,non i sogni.
ecco.
iniziava così più o meno la storia.
tre settimane,e un sospiro.

As the winter winds litter London with lonely hearts
Oh the warmth in your eyes swept me into your arms
Was it love or fear of the cold that led us through the night?
For every kiss your beauty trumped my doubt

And my head told my heart
"Let love grow"
But my heart told my head
"This time no
This time no"

We'll be washed and buried one day my girl
And the time we were given will be left for the world
The flesh that lived and loved will be eaten by plague
So let the memories be good for those who stay

And my head told my heart
"Let love grow"
But my heart told my head
"This time no"
Yes, my heart told my head
"This time no
This time no"

Oh the shame that sent me off from the God that I once loved
Was the same that sent me into your arms
Oh and pestilence is won when you are lost and I am gone
And no hope, no hope will overcome

And if your strife strikes at your sleep
Remember spring swaps snow for leaves
You'll be happy and wholesome again
When the city clears and sun ascends

And my head told my heart
"Let love grow"
But my heart told my head
"This time no"

And my head told my heart
"Let love grow"
But my heart told my head
"This time no
This time no"

mercoledì 21 luglio 2010

winter winds.

in realtà avevo scritto tanto.
ma le mani poi si sono bloccate e queste telecomunicazioni ingombrano il cuore e cancellano gli spazi.
ma erano semplici parole.
ripensavo alle tue,poco fà.rileggevo la lettera che con tanta cura hai riposto nelle mie mani.ripensavo al profumo di fiori che sento sempre quando passo per la strada verso casa tua.
ci sono attimi nella vita in cui ti rendi conto che le parole sono il peggior mezzo che possiamo usare.
si scrivono fiumi di lettere pur essendo consapevoli che mai manterremo le promesse fatte.
sono solo bugie che rotolano attraverso lo spazio e il tempo.quello in cui noi viviamo,quello in cui noi continuamo a credere che sia vero.
bisogna rifugiarsi nelle parole solo con la consapevolezza di avere delle ossa forti.altrimenti,ci si frantuma le gambe e il cuore.
il tempo non cancella proprio niente.se non siamo noi a deciderlo e volerlo.
ma poi ripenso alle corse in bicicletta e ai sorrisi mai negati.
ci sono così tanti sorrisi che ci fanno stare bene.
ma molte volte tra quelli non troviamo quello che più ci riempie il cuore.
e il perchè,non lo so.
ma la verità è che nasciamo con qualcosa di negato e qualcosa di concesso.e lo si scopre solo continuando a contare quanti sassi sono caduti dalle nostre tasche.
ma pensiamola così,in fondo siamo solo vagabondi senza speranze in cerca di sensazioni tra poter tatuare sulla pelle.
pensiamola così,che il tempo non porta niente,solo i treni passano per allontanare.siamo cuori liberi che vagano per le vie sconosciute,non possiamo permetterci di rifugiarci in altre braccia,se non quelle degli alberi sotto i quali decidiamo di guardare le stelle.
non abbiamo tempo per pensare al perchè di tanto vuoto.riempiamo le nostre vite con esperienze e immagini indelebili.
è solo il pegno di essere nati liberi,questo.
pensiamola così.davvero.
e poi pensiamo anche che mancano solo poche settimane e poi un aereo mi ruberà.
e allora saranno altri,i pensieri.altre,le preoccupazioni.
le intercettazioni politiche non sono ancora arrivate ai nostri cervelli,cerchiamo di uscire dal controllo.
ma bisogna scegliere.o dentro o fuori.
dentro,si sa sempre cosa ci sia.
fuori,molto spesso no.
e non è solo per un senso di libertà,nè per una moda.ma lo scorrere del tempo voglio sentirlo sulla mia pelle.voglio sentire le ore bruciare di vitalità attraverso le reti del tempo.
non si può vivere davvero per nulla.dobbiamo decidere di essere qualcuno.altrimenti si muore con la paura e non con il sorriso tra le mani.
siamo ancora quegli eroi pronti ad affrontare ogni impresa.siamo ancora piccoli viandanti con il nodo alla gola ogni volta che si beve l'ultimo bicchiere insieme.
ripenso alle nuvole e al sole che si nasconde dietro esse.
ripenso a te,come in ogni attimo della mia vita.
ma il caldo appiccica le immagini al cuore,è solo colpa dell'umidità.non di altro.te lo giuro.
siamo così bravi,in fondo,a mentire.
nascondi le lettere.
è ora di esternarlo al mondo.
ma tranquillo, dopo torniamo là,e ci sdriamo a guardare le nuvole passare.
te lo prometto.
abbiamo a disposizione esperienze come mattoni.se alla fine della giornata non si è stanchi bisogna riavvolgere la cassetta e cercare le occasioni perse.

e allora,credo sia giusto pensare che non sia colpa nostra.che le freccie di cupido siano sempre cieche e siano intercettate dalla corruzione in cui viviamo.
è solo uno scherzo.
ma la strada ci aspetta,il mondo è troppo vasto per rimanere seduti ad aspettare.
non si muore tutte le mattine,si muore una volta sola..
vagabondi,viandanti,senza meta,senza speranza.

è ora.

notti d'estate.

ritorno al solito posto per poter riprendere in mano con tranquillità la penna e cominciare a sognare.
amo il sole che batte sulle spalle e stanca perchè ruba energia e tempo.
ma il tempo lo si conserva sempre nelle tasche più interne dei cappotti e quasi sempre crediamo che non esista.
non mi porto più dietro da giorni,ormai,l'orologio del coniglio sempre in ritardo.
conto i petali di margherite che non ci sono più per tenere il tempo dello scorrere delle ore.
sono giorni di finestre adornate e di canti di stagione.
stavo pensando al fatto che era un pò che non mi sedevo e scrivevo.non chiudevo gli occhi per poter assaporare ogni piccolo secondo di parola.
era da un pò.
ci si lascia sempre trascinare dalle emozioni del giorno,per provare a vivere di più in meno tempo.
i cerchi di cristallo sono ancora sul tavolo e la cosa più bella al mondo è vedere quelle piccole manine che continuano a tagliare e disegnare.
sporcandosi sempre di colori diversi e sempre pronte a ridere.
Maestra.
io,che non so insegnare niente e voi che ogni giorno mi fate crescere,insieme alle vostre urla.
ho bisogno di fare un giro in bici nei quartieri dove il sole è sempre alto.
chiudere gli occhi e sentire la marea non più così lontana.
ripenso al mio sogno e alle parole.
ripenso a come sia disarmante quando ci si rende conto di aver solo sognato.
ma i ricordi non fanno altro che confondere le idee e le facce delle persone che cambiano e diventano più luminose al sole di Luglio.
non ho paura,davvero.
voglio rubare ogni attimo a questi periodi di sole accecante.
lascio che il sangue scorra ancora nelle vene e cerco di intercettare tutte le parole che potrebbero farmi stare bene.
ancora di più.
non chiedo più niente,ora.
le stelle cadenti le guardo sognando,ma i desideri non li esprimo più.
non ho perso la speranza,ho solo perso la voglia.
ho deciso che è tempo di pensare a immagini di quadri che sono rimaste impresse nel cervello.
quanto ci fa stare male il cervello,ancora di più del nostro cuore che,imperterrito,continua a battere.

dopo torniamo alla stazione,e guardiamo ancora i treni passare.
sì.

domenica 18 luglio 2010

solamente.

sono così veloci le ore attraverso il tessuto della nostra pelle.
se ci penso,un pò mi spavento.le cose da concludere e iniziare sono così tante e il battito dell' orologio non aspetta nessuno.
nemmeno chi,sta correndo incontro alla vita.
ma so già che le piccole cose le scorderò lungo la strada e quelle che rimangono attaccate alla pelle cambieranno con il colore di questa.
solo un mese.
30giorni.
un mese e basta.
e poi..poi.

sabato 17 luglio 2010

diciassette anni portati così.

con un pò di ritardo mi risiedo al solito tavolo con le stesse mani,pronte,a scrivere pezzi nuovi.
la verità è che volevo provare a sentire l'emozione di diciassette anni appena arrivati.ma la verità è che non lo so.di nuovo.
siamo solo foglie cadute in autunno che ora crescono sotto il sole,non dobbiamo temere più niente del mondo.
la nostra vita scivola attraverso le ossa e molto spesso ci lascia senza fiato.camminiamo piano,tuttavia,siamo scrutatori di un mondo in rovina.
lo dicono i libri,lo dice la gente.
nonostante tutto,però,amo ancora il profumo del vento in estate e l'aria piatta e immobile delle sere bagnate dal vino.
tuttavia sono ancora capace di stupirmi e apprezzare tutte quelle sensazioni che compongono una vita intera.
non sono più sedici,sono già diciassette e ogni volta penso a quello che ho fatto e tutto quello che devo ancora fare.
ripenso ai momenti in cui le gambe tremavano e faccio frullati di emozioni passate.
credo che ognuno di noi debba vivere al massimo,fare il massimo.sentire le ossa che si sbriciolano per la vita.
credo che le occasioni non vadano sprecate e tutti i treni che vanno debbano essere seguiti.
le lacrime che verseremo nel tornare sono solo gli applausi dei nostri titoli di coda.

manca già tutto.tutti i tramonti e la sabbia negli zaini.
mancano già tutti,i sorrisi e le parole,ovviamente.
alla fine di ogni viaggio,capisci quello che è stato.se è stato.
e se ci pensi,è tutto così.
se hai vissuto,piangi molto.
se hai provato la sensazione di vita tra le ossa,verserai molte lacrime.
e allora,io non credo che si pianga solo per tristezza.
credo che molte lacrime siano il risultato di ringraziamenti e prodotti nutrienti per le nostre esperienze.
che ridere.
che vivere il nostro errare lungo fili della notte e pietre del giorno.
il nostro vagabondare per addormentarsi sotto docce gelate è solo un grido nel silenzio per rompere la monotonia.
ho gli anni precisi che tu avevi quando hai iniziato a scendere le scale.
ho gli anni che avevi tu quando sognavi sotto una coperta di stelle.
ora ce l'ho io,stretti nelle mie tasche bucate.
con il sapore di un anno in più,con l'ingenuità dell'ultimo anno da innoqua minorenne.
ma i numeri non contano.
ciò che serve è sentirsi forti.anche se,molte volte,non lo si è.
vorrei venirvi incontro per abbracciarvi e ringraziarvi.
per dirvi di non piangere,di non farlo.
ma in queso giorno caldo di Luglio decido di rimanere immobile,con i miei diciassette anni portati così.
decido di vivere,come ho fatto per tutte le volte che sognavo talmente forte che mi usciva il sangue dal naso.

siamo ancora salvi,finchè ci stupiamo.
tomorrow is the first day of the rest of my life.

giovedì 8 luglio 2010

distanze che sembravano infinite.

il rumore dei treni stamattina non mi ha fatto paura.
la mia pelle non ha sentito il bisogno di trovare un riparo,se non dalle vostre lacrime.
Buon viaggio di ritorno amici stranieri.
è stato come staccarsi il cuore e spezzarlo in due,per lasciarlo un pò a tutti.come un pezzo di pane.
ho già letto la lettera,e tornerei volentieri indietro.per vedere ancora i tuoi occhi bagnati salire sul treno con la stessa fatica con cui sei scesa.
ci rivediamo fra due anni in Uruguay,ci rivediamo lungo la strada.
non ho guardato il treno partire.
volevo ricordarti ,per sempre, vicino a me.ho scelto di avere il tuo ricordo ancora su questa terra.
i ricordi sono nostri,scegliamoli belli.
quindi,ho lasciato partire il treno,ho girato l'angolo della stazione.
mi sono seduta sull'unico spazio verde non inquinato di smog,ma solo di pensieri,e ho pianto.lacrime fittissime,lacrime dolcissime.
ho ascoltato La Locomotiva.e pensavo a voi,come passeggeri di una nuova epoca.
ho spento il telefono.ho bisogno di rimanere con me stessa seduta all'angolo del marciapiede.
quell'angolo in cui,solo ventiquattro ore fa,c'eravamo sedute noi.

e pensare che quando eravate arrivati avevate facce tanto disorientate.
e pensare che ora,non aprite più gli occhi per le lacrime.
vi porto nel cuore,uno ad uno.

gli eroi sono tutti giovani e belli.
e corre corre corre,la locomotiva.

domenica 4 luglio 2010

ricordi spezzati che tagliano il cuore.


E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent' anni portati così,
come si porta un maglione sformato su un paio di jeans;
come si sente la voglia di vivere
che scoppia un giorno e non spieghi il perchè:
un pensiero cullato o un amore che è nato e non sai che cos'è.

Giorni lunghi fra ieri e domani, giorni strani,
giorni a chiedersi tutto cos' era, vedersi ogni sera;
ogni sera passare su a prenderti con quel mio buffo montone orientale,
ogni sera là, a passo di danza, a salire le scale
e sentire i tuoi passi che arrivano, il ticchettare del tuo buonumore,
quando aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore.

Poi giù al bar dove ci si ritrova, nostra alcova,
era tanto potere parlarci, giocare a guardarci,
tra gli amici che ridono e suonano attorno ai tavoli pieni di vino,
religione del tirare tardi e aspettare mattino;
e una notte lasciasti portarti via, solo la nebbia e noi due in sentinella,
la città addormentata non era mai stata così tanto bella.

Era facile vivere allora ogni ora,
chitarre e lampi di storie fugaci, di amori rapaci,
e ogni notte inventarsi una fantasia da bravi figli dell' epoca nuova,
ogni notte sembravi chiamare la vita a una prova.
Ma stupiti e felici scoprimmo che era nato qualcosa più in fondo,
ci sembrava d' avere trovato la chiave segreta del mondo.

Non fu facile volersi bene, restare assieme
o pensare d' avere un domani e stare lontani;
tutti e due a immaginarsi: "Con chi sarà?" In ogni cosa un pensiero costante,
un ricordo lucente e durissimo come il diamante
e a ogni passo lasciare portarci via da un' emozione non piena, non colta:
rivedersi era come rinascere ancora una volta.

Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale.
Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo,
sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo.
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa

"The triangle tingles and the trumpet plays slow"...

Farewell, non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d' estate
con qualcosa di fragile come le storie passate:
forse un tempo poteva commuoverti, ma ora è inutile credo, perchè
ogni volta che piangi e che ridi non piangi e non ridi con me.


siamo come foglie aggrappate su un ramo in attesa.
improvvisamente così.
d'amore si vive.
ma non si muore,mai.

il mondo alla fine del mondo.

non raccontate mai niente a nessuno.se lo fate potreste in futuro sentire la mancanza di tutti.
anche se,è così difficile tenere tutto dentro di noi.
stipare ogni pensiero in un cassetto diverso per poi tenerlo chiuso per sempre.
ma forse raccontare non può far così male,la malinconia ci permette di costruire le nostre ossa di creta.
la nostalgia ci stringe il cuore e costringe questo a battere più forte,e così ci sentiamo più vivi.
questa catena non si spezzerà mai.
siamo costretti a rispondere a domande di cui non conosciamo il significato.
le cose prima devono passare sulla pelle,poi può essere cercata una risposta.altrimenti la sensazione di nuovo si cancella per sempre.
sono e sarò disposta a raccontarvi cosa scorre nelle mie vene e quanti occhi servirebbero per poter amare meglio.
tutti mi chiedono se sono agitata o no,se sono pronta o meno.
la verità è che non lo so.
so che voglio andarmene e ritrovarmi su un aereo diretto a nord.ma non so se arrivata là avrò voglia di tornare indietro o se le gambe non mi reggeranno più.
la verità è che non ne ho idea di come sarà il primo impatto.
sarà.punto e basta.
per adesso so solo che il caldo vento d'estate soffia ancora tra i capelli e che c'è luce ancora nei miei pensieri.
per il resto,c'è tempo dopo.

ho sognato che il vento dell'ovest mi prendeva leggero per mano.
ci (ri)vediamo alla fine del mondo,fra isole e terre lontane.

sabato 3 luglio 2010

all'ombra dell'ultimo sole.


ritorno a casa,dopo il lungo inverno e scopro che il tempo smussa le cose.
le riduce a briciole,per crearne di nuove.
le uniche cose che non dovrebbero diventare polvere sono le idee.dovrebbero rimanere attaccate al cervello e mantenerci vivi.
ma spesso le dimentichiamo insieme alle chiavi di casa.e indossiamo abitudini non nostre.
abbiamo tagliato i fili alle marionette che un tempo eravamo,e li abbiamo usati per costruire ponti che sono stati abbattuti con le guerre.
non spiegarmi cos'è l'amore.viviamo tempi in cui le interferenze delle televisioni intaccano le cellule del nostro cervello.
non lasciamo mai niente al caso,perchè il caso ci fa paura.
ma non avere più paura della notte.non averla da sola,se possiamo averla insieme.
abbiamo attraversato strade trafficate alle due di notte con le nostre bici sgonfie.non mi ricordo neanche come abbiamo fatto a ritrovare le chiavi per salire fino alla cima del castello.
credevo di perdere tutto,temevo di non ritrovare più i miei occhi che si erano spenti poco prima.
sono state giornate furibonde,sciolte dal sole che dall'alto picchiava le nostre gambe stanche.
non mi pesa,non mi pesa davvero fare ogni giorno per chissà quante volte venti chilometri per raggiungerti.
non mi pesa se sono certa che alla fine dell'ultimo incocrio ci sarai tu.
con un sorriso e il sangue per tenerci vive,con i nostri balli e le urla per la ricerca di una felicità misteriosa.
busserò ancora immense volte alla tua porta.per ricordarti che non sei sola,che il respiro non può mancarti.
che,nonostante viviamo anni in cui la memoria non esiste più,avremo comunque qualcosa da raccontare,da raccontarci.
ho perso il filo del discorso troppe volte.mentre ti parlavo di utopie.
siamo costretti a costruire utopie che si rivelano più resistenti dei paracaduti da cui lanciamo le nostre emozioni.
raramente ho sentito parole così scorrevoli uscire dalla bocca di una persona.
mi era sembrato quasi di ritornare indietro di due anni.quando mi ritrovavo là,seduta su quella sedia,dietro di te.
con tutte le parole,e tutta la tua precisione.
ma mentre ritorno a casa,dopo il lungo inverno,scopro che il tempo smussa le cose.
le riduce in polvere per poterne creare delle altre.
siamo matriale stipato su scaffali stretti in cui l'aria non circola,come gli ideali.
non capisco perchè ogni cosa debba finire.estinguersi.
la vita non è una ruota che gira.la vita è solo un susseguirsi di eventi che,come dite,si ripetono,perchè l'uomo,non ha immaginazione.e poi perchè,siamo bravi a sbagliare.e ci piace farlo.
continuamente,sempre meglio.
ecco perchè smussiamo le cose,gli oggetti,affiliamo coltelli che si consumano.
ecco perchè sono ancora quà a scrivere.
perchè non lo so,ma mi fa sentire meglio.più viva e più sicura che queste mie parole non finiranno con l'essere seppellite in giardino.
e neanche i libri e tutte le parole si estingueranno catturate da qualche vento del nord.
ne sono sicura,perchè la sicurezza è una sensazione che ci costruiamo noi.
ci convinciamo ogni giorno,e siamo contenti che sia così.
non mollare mai la lotta.
non abbandonare mai la nostra voglia di vivere.ritroveremo i nostri splendidi giorni archiviati in qualche museo importante.
saranno appunti di una vita dal valore inestimabile che nessuno sciuperà.

prepara le valigie,perchè il giorno di mezza estate scendiamo giù.
per vivere una notte lunga una vita.
ora.

e di nuovo,con il vento in faccia.

giovedì 1 luglio 2010

ambulanti persi nei loro sogni.

eppure qualcosa deve pur contare.
dicono tutti così.
ma così,non va.
alla gente non piace fare cose effimere.non spende denaro del proprio tempo per ascoltare ore che non verranno mai più ricordate.
stringi i denti,quindi.
la notte è quasi iniziata.
la mattina arriverà anche troppo velocemente,ma io credo in te.credo nelle tue forze.
stringi i denti.
e mentre scrivo messaggi penso ai tuoi occhi così profondi.
neri come la perdità,come la morte.
in realtà quelli persi,siamo noi.tu hai già trovato la tua ragione di essere,noi siamo ancora alla ricerca di noi stessi e prestiamo aiuto ai meno forunati,per sentirci meno diversi.
ripenso ai tuoi baratri e ai tuoi gesti a scatti.
quegli scatti che usi per dare un senso al tempo.
ma il tuo l'avrà sicuramente più del nostro.tu hai già tutto scritto addosso.noi siamo ancora alla ricerca.
adesso però chiudi tutti i libri,la soluzione non la troverai comunque.
seguimi,andiamo ad assaggiare l'aria.
i cassonetti dei gitani aspettano solo i nostri sogni.
dobbiamo cercare di far combaciare l'essere con l'apparire.
o l'apparire,con l'essere veramente.
che poi se ci pensi,è la stessa cosa.
ma tante cose si sovrappongono e noi pensiamo sia tutto diviso in categorie.
meglio la tua visione del mondo,Adin.tu che vedi tutt'insieme.mescolato,senza senso.
non ti perdi negli scaffali della memoria,lasci correre le immagini e tu corri a cercare l'acqua.
non saremo mai,uguali a noi stessi.le copie imperfette della nostra anima un giorno diventeranno polvere e ci ruberanno gli occhi.
continua a camminare tranquillo,gli alberi per l'ombra del pomeriggio ci sono ancora,le terre asfaltate accorciano le distanze,noi rimaniamo immobili.
non temere,quando dormo,guido piano.

"In partenza?"
"la valigia è ancora in cantina ma la testa ha già programmato tutto.anche se,a ore alterne,mi dimentico di dover partire."
"ma perchè proprio là?"
"oh.bè.io??bè sì.là,perchè nessuno sa chi sono."
ecco.
ma il tempo non manca più.il caldo si è insediato nella pelle.
dei nostri pomeriggi da zingari scalzi conserviamo una foto.
ti porterò a correre,lontano dai fumi delle automobili.