mercoledì 25 agosto 2010

poeti sgangherati.

sono giorni di finestre adornate e anime salve esposte al freddo vento del nord.
ho poche ore per pensare,quelle che bastano per rendersi conto che la natura puö offrirti tutto quello di cui hai bisogno.
ho scordato il giorno e le ore sono solo punti fissi nell´orologio che non voglio controllare.
impari,ogni giorno,ad imparare cose nuove.
e con queste cose costruisci nuovi pensieri e nuovi nomi.
non lo so perche' sto scrivendo.ma forse ho bisogno di parlare con me stessa e capirmi fino in fondo.
e´strana la sensazione di quando non capisci,di quando per la prima volta sei costretta a capirti,a fare i conti con te stessa ogni volta che per sbaglio ti guardi allo specchio.
e´strano camminare su una terra straniera e aver tutto da fare da sola.
costruirsi strade da sola,rincorrere persone per urlargli che vuoi fare amicizia,che il tempo va speso insieme,non in un angolo ad aspettare che la vita ci calpesti.
un mezzo anno,sicuramente,impagnativo.
gli alberi non parlano e le foreste nascondono pensieri positivi che traffigono il cuore quando ancora,fuori dalla finestra,non si e´fatto buio.
ma come posso rincorrere il tempo senza avere paura?
mi devo immergere into the wild.
senza pensare che pensare fa male.
scrivo senza freni per sentire le vene cambiare colore.
capire chi ti sta intorno non e´mai stato cosí difficile.
ma e´meglio cosi´. e´ meglio non capire la lingua e scavare nel cuore delle persone.si possono racchiudere maggiori segreti.si possono sentire piu´vicino i sogni.
ma ora vado.
e non torno piu´.
ora vado e lascio solo la scia di pensieri e paure,dietro di me.
lascio solo quello che non voglio sentire vicino.
e tutta questa civiltä,questo bisogno di sapere,fare e diventare..costringe l´uomo a misurarsi con ambienti e situazioni piu´grandi di lui.costringe e modella l´uomo in modo da conformarlo e renderlo una marionetta migliore per tutto e tutti.
e questo distacco dalla civiltä e´cio´che serve per sentirsi piu' puliti e meno oppressi.
lontano da quel bisogno di sentirsi qualcosa che consuma,e basta.
non avrete soldi e gloria,ma non avete scorza.

e anima.
non torno piu'.
resto qui´.
per sempre.

martedì 17 agosto 2010

here we are.

dalla prima cosa all'ultima grazie,attraverso queste poche ore ancora in terra italiana.
non voglio pensare a come è iniziato tutto,ho già pianto tante lacrime donate a terra.
ci vediamo quando la neve sarà alta e i miei pensieri diversi.
ci siamo,è il nostro momento.
è il mio momento.
sono mesi che aspetto di dirlo.

ci vediamo fra sei mesi.
un ultimo respiro profondo.
poi..più niente.

domenica 15 agosto 2010

da zero a dieci.

forse resteremo fermi,con i nostri vestiti bagnati,come ieri mentre cercavamo di avvicinarci alla macchina.
rimaremmo immobili,sotto la pioggia che in questo giorno di metà Agosto continua a cadere,forse per farmi abituare ad altri climi,forse non lo so.
forse cambieremo talmente tanto che ci renderemo conto della lentezza del tempo e tutto sembrerà così piatto e immoile da farci urlare di paura.
e forse tutto quello intorno a noi rimarrà talmente uguale a prima che ci sembrerà di aver vissuto due volte.
torneremo e tenteremo di inserirci in una società che prima era nostra,continueremo a stare sopra le righe e non condivideremo più niente di quello che ora ci va bene.
torneremo,tuttavia,ad inserirci in realtà troppo strette.
sentiremo la nostalgia che ci prenderà fin nello stomaco e vomiteremo allegria e stati d'animo confusionari.
forse,non recupereremo niente.arriveremo alla fine dell'anno con tutto incerto e saremo in bilico per l'ennesima volta.
o forse no.
prenderemo 33agli scritti e usciremo con il solito insoddisfaciente voto dall'esame di maturità e ci chiederemo come hanno fatto quelli che hanno preso più di 40,negli scritti,e il conseguente voto dell'orale.
ci sentiremo liberi di poter uscire dalla solita realtà che ci ha tenuto stretti per anni e rimpiangeremo in silenzio i cinque anni di liceo già volati insieme al vento.
o forse non andrà così,ma esattamnte il contrario.
ma di saperlo ora,proprio non mi interessa.
ci sono così tante cose da stringere nella mano che,ora come ora,non sento la necessità di sapere se ce la farò oppure no.
non mi fermerò mai,questo è certo.
beati voi che sapete sempre chi siete.
io ho bisogno di leggere una fotocopia,per ricordarmelo.
ma intanto i giorni passano e io sento l'adrenalina nelle vene.
e mi basta,mi basta da morire.
non mi ricordo quasi mai niente e i progetti ce l'ho scritti negli occhi.
perdo orologi come lacrime lungo le guance.
ma per ora,va bene così.
lascio che il silenzio di deserti lontani mi prenda con se e resto in silenzio.
ho tante cose da dire quando sarò arrivata.
e quindi..mai paura.

da zero a dieci.

sabato 14 agosto 2010

come aria.

avevo una bella frase,in testa,ieri notte.ma i fumi delle ciminiere cancellano i dubbi e avvolgono con una nuvola di certezza.
non lo so,davvero,come sarà.
scrivo lettere che sfiorano i chilometri e cerco di mischiare il dolore addominale con il cuore che batte.
inizi a sentire l'inizio quando la luce entra dalla finestra e senti che si irradia nello stomaco.e non vuole andare via.
sono processi digestivi molto lunghi,non finiranno mai.
ma poi penso a come sarà una volta atterrati in terra straniera,a come sarà girare l'angolo e vedere i volti delle foto che iniziano a parlare.a prendere forma,nella la testa e negli occhi.
credo che la paura serva,ma quel poco che basta per avere il coraggio di rischiare.
credo che questa pioggia ci porti il profumo dell'ebano lontano e credo che sia importante credere di essere forti,e di potercela fare,qualche volta.
credo che bisogna stringere i denti e andare fino in fondo per non deludere se stessi.
e credo che forse subito non ce la farò,ma poi piano comincerò a girare come le lancette di un orologio nuovo e allora tutto sarà più liscio.
penso al fatto che non mi sembra vero e che,in fondo,quattro giorni sono davvero pochi e di cose da stipare nel cuore ce ne sono tante.ma l'importante è avere vuoti gli occhi.si rempieranno poi.
quante albe ci separano,quanti fiocchi di vene appannano la vista.quanto correrà il tempo,inseguendo sensazioni lontane.
e cosa fai.resti fermo?
non piangi neanche?non dici nemmeno grazie?
siamo treni che vanno e maledettamente tornano.

lunedì 9 agosto 2010

discorsi.

i tramonti sono come occhi che si chiudono per il troppo sonno causato dalla vita.
i libri,però,non ti insegnano come respirare.gettano spunti come sassi sull'acqua e bisogna essere tanto veloci quanto delicati per riuscire a coglierne il vero significato.
dobbiamo salvare gli occhi.dobbiamo attendere risposte insignificanti.
una volta che ti svegli,non ti addormenti più.provi solo un senso di smarrimento,come quando passi la mano tra le spighe di grano e questa inizia a provare una sensazione di solletico.
ed è bello tornare a casa e sentire le proprie certezze mischiate,e il proprio profumo confuso con un altro.
mi rifugio in ore non mie pensando che in fondo l'inizio è vicino.me ne rendo conto più di quanto non ci pensi.ed è davvero forte il formicolio che sento nelle vene ogni volta che provo a pensare.
ma non ci sono mappe stradali dei nostri sentimenti,nè libretti d'istruzione per le nostre emozioni,bisogna lasciarle correre lungo i fili degli autobus.e immaginarsi nuovi,diversi.
non ho ancora pianto.nemmeno una lacrima.
devo ancora salutare tutti quelli che,chi volontariamente chi involontariamente,mi aspetteranno dietro i loro banchi bianchi.
e chissà se suderemo tutte le nostre forze per urlare,o per piangere.oppure per farci spettinare i capelli.
e chissà se sarà più facile di quanto sarà difficile.
e chissà.
dopotutto,credo che per credere ci voglia molta energia.e l'uomo,ne ha davvero tanta.di energia.
che poi stavo pensando che manca solo una riga al calendario,ora.
e mai avrei pensato di arrivarci con i saldali e le mani tremanti.
sono gli inizi che spiegano le fini.sono tante cose accumulate,questo susseguirsi di istanti,che quasi non riesco a crederci.
a quali devo molto,alle quali non trovo spiegazioni.
mi dispiace,ma non ti dirò come mi sento.perchè in realtà,non lo so.
tuttavia continuo a spegnere la luce ogni volta che esco e a riaccenderla ogni volta che entro,o forse il contrario.perchè non controllo più i movimenti.
non controllo più nemmeno la mia vita.
ma non importa,per questa volta non importa.
sono pornta a saltare,e ad atterrare,in qualche modo.
sono pronta.

mai paura,che meno ne hai,meno ne avrai.

sabato 7 agosto 2010

come fossi niente.

quante vele in mezzo al mare.e quante stelle da contare senza perdere gli occhi.
ci stavo pensando ieri,quando,mentre camminavamo sopra il ponte in un'ora fredda della notte,il vento soffiava piano.
come ogni presentimento.
non lo so,il perchè.ma è tutto così piano,lento che un pò disarma,toglie le parole.per rendersene conto,per cominciare a parlare.
non credo nel fatto che non bisogna farsi aspettative.
io ne ho,e davvero tante.
e so che saranno superate,come il treno che passa davanti e spettina ogni certezza.
non ho certezze,ma aspettative sì.
non ho timore,ma paura sì.
quella normale,quella sana.
il tempo,ora,mi sembra così poco.ma sono solo il succedersi delle ore che me lo fanno credere.sono più dei sogni frantumati e delle speranze attaccate a fili invisibili.
ci siamo,sì.
ma non so dirti altro.
so solo che è arrivato il momento.lo prepariamo da mesi,e ora,è quà.
e oltre ad un saluto e ad una lacrima non sappiamo che altro fare.
ma sarà il tempo e il succedersi degli eventi a decidere che fare di noi stessi.
a guidarci verso mete diverse,lontane.
non so più niente.
solo che..voglio imparare a sapere.

giovedì 5 agosto 2010

senza titolo.

i'm a-going back out fore the rain stars a-falling.
volevo dirti che è stato bello pensare di non esister,per un attimo.
ma fino a che avremo i piedi saldi su questa terra rossa non potremo che sentire il cuore battere,e le mani cercare mondi migliori.
passano,come occhi sconosciuti,le ore su di noi.

vado fuori ora,a provare il senso di libertà della pioggia sui vestiti.