mercoledì 29 giugno 2011

melkein huomenna.

è arrivata la pioggia mentre ancora non eravamo pronti.
pazienza, passerà come i tuoi pensieri nella galleria. Il giorno dopo quello di oggi, sarò di nuovo là, e sembrerà che il tempo si sia fermato solo per noi, e per me che aspetto che quelle ruote si alzino da terra da cinque mesi.
E non sono pochi, anche se lo sembrano a confronto con quelli passati via, volati su tutta la fantasia e le bottiglie di birra impilate nei distributori di soldi alcolici.
Il giorno che segue quello di domani mi ritroverò su un aereo, con lo stesso sapore, lo stesso seggiolino e forse alcuni occhi già incontrati ma troppo presto dimenticati. Ma ti ricordi? sembrava un tempo infinito che divideva noi e quello che abbiamo costruito. Ma ti ricordi? quando correvamo per prendere quell' autobus troppo puntuale per i nostri ritmi tardoadolescenziali. Non sembra ieri, ma troppo tempo fa, ma per fortuna è quasi domani che ritornerò ad abbracciarvi tutti e guardare ancora fuori da quella finistra che troppe volte ho cercato ma mai trovato. Ho bisogno di imprigionare ancora quel sapore e quell' odore solo mio e solo tuo dei giorni trascorsi e che adesso riaffiorano.
é quasi domani, e io sono quasi lì, da voi.con voi.

giovedì 2 giugno 2011

ikava teita.

"Le voleva bene, a lei, il vecchio Alex, e voleva bene anche alle sue guance, alle sue dita e al modo che aveva di abbracciarlo. Alla fine di tutti i loro saluti tardoadolescenziali, lei aveva proposto di fare un giro sui colli e il solito roccioso aveva accettato subito. tutto proiettato d'entusiasmo e pronto a volare sulle ali della sua fantasia. In vespa, quel matto stava seduto dietro, a meno d'un centimetro dal maglione verde di lei: se l'era messo per farlo contento - Alex lo sapeva bene - x' quel maglione portentoso parlava di Irlanda, di Pogues e di felicità."

Giugno, l' anno scorso, mi parlava in un altro modo.
forse è colpo mia che non lo ascolto più, che non ascolto più nessuno.

domenica 10 aprile 2011

gran bella cosa è vivere, miei cari.

è uscito il nuovo libro, insieme alle note e ai passi svelti di chi non vuole lasciarsi scappare nemmeno una parola.
è uscita la primavera, e il sole ci chiama ogni giorno, non siamo più sordi, noi.
sappiamo cosa fare, ora.
gran bella cosa saper come agire, che cosa fare. gran bella cosa rivedere i prati gonfi di ragazzi che si lasciano guardare dal sole.
adesso torniamo là, in silenzio.

giovedì 31 marzo 2011

diario di un inconcludente.

così tanto tempo è passato, e la mia testa con la faccia rivolta verso pagine ingiallite si è impolverata di stanchezza e maliconia. Nostalgia per quei pensieri che come fulmini entravano dentro per rimanerci fino a sera. Adesso la sera ha i tuoi occhi, e tarda sempre ad arrivare.
Di quante cose abbiamo bisogno per sentirci pieni, ma a volte la leggerezza nasconde debolezze. Non abbiamo nemmeno più i sassi da lanciare contro chi ci punisce ogni giorno, continuiamo a camminare, il sole ci riscalda.
Domani il primo giorno del nuovo mese avrà il tuo profumo insieme alle tue idee che ancora rieccheggiano nell' aria densa di ricordi di quel posto, simile ad un ospedale.
Ma ora nemmeno gli ospadali curano i malati, l' unica cura è l' amore delle parole che una volta ti sussurravo all' orecchio, ma che ora non trovo più.
Stavo pensando che non scrivo più niente, da un pò. Quanto tempo è passato dall' ultima volta che ho avuto tempo di sentire il tempo. Siamo diventate più svelte dei secondi. Non scrivo più perchè mi sembra di non avvertire quell' impulso che credevo naturale e spontaneo. Ho solo pezzi di pensieri che non compongono più niente e che si dissolvono dopo poco essere creati. Non lo so, cosa pensare. La causa forse non esiste, ma solo muri che si sono creati tra me e il mio ideale di bellezza che ora non ho più. Quella valvola di sfogo, quel sangue che sentivo pulsare. Ci stanno uccidendo il pensiero e annientando, giorno dopo giorno. Non lo so, a cosa pensare. Se pensare che sia normale o che più semplicemente debba concentrarmi su altri interessi. So per certo che mi manca quella parte di me che un tempo era così presente e bella e che ora, più semplicemente, non esiste più.

Quanta rabbia, per i tuoi discorsi. Non lascerò che mi portino via i miei desideri.
Non trovo nemmeno più emozione se rileggo queste parole.

lunedì 21 marzo 2011

"è un urlo fatto per invocare l' attenzione di qualcuno
o il suo aiuto; ma anche, forse, per bestemmiarlo.
è un urllo che vuol far sapere,
in questo luogo disabitato, che io esisto,
oppure, che non soltanto esisto,
ma che so. è un urlo
in cui in fondo all' ansia
si sente qualche vile accento di speranza;
oppure un urlo di certezza, assolutamente assurda,
dentro a cui risuona, pura, la disperazione.
Ad ogni modo questo è certo: che qualunque cosa questo mio urlo voglia significare,
esso è destinato a durare oltre ogni possibile fine."

oggi è arrivata la primavera, e aveva i tuoi occhi grigi di mattina, le scarpe nuove e il sorriso dimenticato.
è che mi hanno ammazzato, piccola WEne.

giovedì 10 marzo 2011

Quanto è passato dall' ultima volta che sentii le parole sciogliersi nel sangue.
Quanto è passato dall' ultima volta che disegnavamo i nostri futuri quasi certi sul muro di casa tua, e quanto è passato dall' ultima volta in cui mi sono sentita padrona di una penna e un foglio bianco. Ma ora sembrano come nemici rifiutati dai miei occhi, e la mente allontana il pensiero, insieme alle parole.
Ma quanto è passato dall' ultima volta che sentii la pulsione di essere diversa?
e se non fosse passato poi così tanto a me appare come anni lasciati a rincorrersi.
Ma nemmeno tu lo sai quanto è il tempo trascorso, l' ho taciuto anche a me stessa, per la paura di sentirmi morta, nel posto in cui un giorno rigogliose erano le parole.
Ma quanto è passato..

giovedì 3 marzo 2011

en mie tiia.

Aria, sopra di noi. Aria, sopra i nostri tetti che non sono piu' il riparo per i nostri occhi increduli.
Passa l' onda dei sentimenti, scivolando giu' per la vallata delle lacrime. Scende la notte e resto alla finestra per ammirare quanto il mondo sembri cambiato.
e tu, dove sei?
quel tu urlato oltre le pareti, per sentire se davvero il pianeta è così fragile.
e tu, come ti chiami?
cambi nome insieme alle nazionalità che non portano più il tuo nome.
sei nei fiumi che sogno durante il giorno, sei nella paura prima della domanda, sei nelle vene quando cercano di rubarmi il sangue.
Ho liberato le mani da ogni angoscia, ho aperto le braccia e ascoltato il rumore del vento.

mercoledì 12 gennaio 2011

todella kaunis.

Piano, ho spento la luce sui pensieri e le ansie.
i giorni scivolano, e io non posso sconfiggere il vetro di questa clessidra dove siamo rinchiusi come uccelli liberi.
ma grazie a te, amico mio, ora non ho piú paura. Sentiró il cuore in frantumi come spezzato da un grande colpo di spada, ma ce la faró.
perché quello che ho costruito é tanto, e le persone che ricorderó sono altrettante.
Ma non lascio che questi giorni che si consumano, consumino anche me.
Reagiamo, cosí potremmo vivere. come abbiamo fatto fin´ora. avremo tempo per piangere e sentire la paura appicciata ai vestiti. adesso no, il tempo non scade, non ora.
E questo, grazie, per l´ennesima volta a te.

domenica 9 gennaio 2011

lykkyä tykö

sentiró il respiro fermarsi.
la terra, cambierá colore. non darmi piú memoria, tempo.
fra otto giorni, non ne avró piú bisogno.

solo il sangue freddo delle sue vene.