lunedì 11 ottobre 2010

Petrolio.

seconda volta, secondo turno.
secondo momento nel quale riesco a dividere il tutto dal niente e trovarci qualcosa, lí nel mezzo.
eppure il tempo corre sempre cosí veloce come su binari pieni di qualcosa che impedisce di restare fermi in questo momento.
siamo come petrolio che si scioglie al sole e diventa incandescente al buio.
siamo confusione nel futuro dietro le porte.
siamo niente, immersi in questo tutto.
non lo so,ma forse sí.
inizieró a sentirmi un pó piú parte di un niente.
forse sí,decideró di essere pronta per poter rappresentare qualcosa che ho sempre detestato.
forse sí,o forse piú semplicemente la prossima volta lasceró che quelle lacrime scendano, al suono di quelle parole conosciute da me in una fredda terra straniera.
non apró piú i giornali da tempo, la distanza ha deciso di usare le pagine piene di inchiostro nero per poter accorciare il tempo.
siamo come uccelli migratori che hanno perso la direzione, immersi nel nostro petrolio.
non proviamo piú invidia per mondi lontani perché abbiamo deciso di trovare qualcosa di meglio in questo.
ma nonostante tutto, sbatteremo ancora la testa contro i muri delle vostre cittá piccolo-borghesi, costruite su certezze che sono state usate come calcestruzzo per i vostri sogni inutili.
non piangeremo piú perché le lacrime saranno ghiaccio per i polmoni asmatici, ma non molleremo mai, mai piú la lotta.
fare canestro. in quel muscuglio di parole proferite in un microfono falso come le vostre idee e in intercettazioni telefoniche per scoprire i segreti piú ptofondi.
il futuro é nostro.e c´é.
il futuro e lá, e qualche volta anche quá.
il futuro é confusione, e noi siamo solo pedine di un gioco troppo conosciuto che devono rimetter a posto tutto.
con le nostre piccole mani sentiremo il freddo come braccianti frustrati da padroni che rappresentano quel governo che non ci ha mai rappresentato.
ci ribelleremo, per poi morire, o vincere.
ma qualcuno ha detto che in una vera rivoluzione o si vince o si muore.
e questa, questo mio viaggio, questo essere lontano e terribilmente troppo vicino, é una rivoluzione. mia, prima di tutto e tutti.
e quindi.. o vinceró o miriró.

siamo come petrolio che blocca le parole.
siamo confusione in un universo di silenzio e calma.
non siamo piú al riparo di un cielo lontano.

sono andato dove il vento mi chiama.

2 commenti:

  1. mettiamo in moto tutto quando siamo comandati ma distruggiamo tutto da liberi, come il petrolio?

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