giovedì 31 marzo 2011

diario di un inconcludente.

così tanto tempo è passato, e la mia testa con la faccia rivolta verso pagine ingiallite si è impolverata di stanchezza e maliconia. Nostalgia per quei pensieri che come fulmini entravano dentro per rimanerci fino a sera. Adesso la sera ha i tuoi occhi, e tarda sempre ad arrivare.
Di quante cose abbiamo bisogno per sentirci pieni, ma a volte la leggerezza nasconde debolezze. Non abbiamo nemmeno più i sassi da lanciare contro chi ci punisce ogni giorno, continuiamo a camminare, il sole ci riscalda.
Domani il primo giorno del nuovo mese avrà il tuo profumo insieme alle tue idee che ancora rieccheggiano nell' aria densa di ricordi di quel posto, simile ad un ospedale.
Ma ora nemmeno gli ospadali curano i malati, l' unica cura è l' amore delle parole che una volta ti sussurravo all' orecchio, ma che ora non trovo più.
Stavo pensando che non scrivo più niente, da un pò. Quanto tempo è passato dall' ultima volta che ho avuto tempo di sentire il tempo. Siamo diventate più svelte dei secondi. Non scrivo più perchè mi sembra di non avvertire quell' impulso che credevo naturale e spontaneo. Ho solo pezzi di pensieri che non compongono più niente e che si dissolvono dopo poco essere creati. Non lo so, cosa pensare. La causa forse non esiste, ma solo muri che si sono creati tra me e il mio ideale di bellezza che ora non ho più. Quella valvola di sfogo, quel sangue che sentivo pulsare. Ci stanno uccidendo il pensiero e annientando, giorno dopo giorno. Non lo so, a cosa pensare. Se pensare che sia normale o che più semplicemente debba concentrarmi su altri interessi. So per certo che mi manca quella parte di me che un tempo era così presente e bella e che ora, più semplicemente, non esiste più.

Quanta rabbia, per i tuoi discorsi. Non lascerò che mi portino via i miei desideri.
Non trovo nemmeno più emozione se rileggo queste parole.

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