sabato 14 agosto 2010

come aria.

avevo una bella frase,in testa,ieri notte.ma i fumi delle ciminiere cancellano i dubbi e avvolgono con una nuvola di certezza.
non lo so,davvero,come sarà.
scrivo lettere che sfiorano i chilometri e cerco di mischiare il dolore addominale con il cuore che batte.
inizi a sentire l'inizio quando la luce entra dalla finestra e senti che si irradia nello stomaco.e non vuole andare via.
sono processi digestivi molto lunghi,non finiranno mai.
ma poi penso a come sarà una volta atterrati in terra straniera,a come sarà girare l'angolo e vedere i volti delle foto che iniziano a parlare.a prendere forma,nella la testa e negli occhi.
credo che la paura serva,ma quel poco che basta per avere il coraggio di rischiare.
credo che questa pioggia ci porti il profumo dell'ebano lontano e credo che sia importante credere di essere forti,e di potercela fare,qualche volta.
credo che bisogna stringere i denti e andare fino in fondo per non deludere se stessi.
e credo che forse subito non ce la farò,ma poi piano comincerò a girare come le lancette di un orologio nuovo e allora tutto sarà più liscio.
penso al fatto che non mi sembra vero e che,in fondo,quattro giorni sono davvero pochi e di cose da stipare nel cuore ce ne sono tante.ma l'importante è avere vuoti gli occhi.si rempieranno poi.
quante albe ci separano,quanti fiocchi di vene appannano la vista.quanto correrà il tempo,inseguendo sensazioni lontane.
e cosa fai.resti fermo?
non piangi neanche?non dici nemmeno grazie?
siamo treni che vanno e maledettamente tornano.

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