sabato 3 luglio 2010

all'ombra dell'ultimo sole.


ritorno a casa,dopo il lungo inverno e scopro che il tempo smussa le cose.
le riduce a briciole,per crearne di nuove.
le uniche cose che non dovrebbero diventare polvere sono le idee.dovrebbero rimanere attaccate al cervello e mantenerci vivi.
ma spesso le dimentichiamo insieme alle chiavi di casa.e indossiamo abitudini non nostre.
abbiamo tagliato i fili alle marionette che un tempo eravamo,e li abbiamo usati per costruire ponti che sono stati abbattuti con le guerre.
non spiegarmi cos'è l'amore.viviamo tempi in cui le interferenze delle televisioni intaccano le cellule del nostro cervello.
non lasciamo mai niente al caso,perchè il caso ci fa paura.
ma non avere più paura della notte.non averla da sola,se possiamo averla insieme.
abbiamo attraversato strade trafficate alle due di notte con le nostre bici sgonfie.non mi ricordo neanche come abbiamo fatto a ritrovare le chiavi per salire fino alla cima del castello.
credevo di perdere tutto,temevo di non ritrovare più i miei occhi che si erano spenti poco prima.
sono state giornate furibonde,sciolte dal sole che dall'alto picchiava le nostre gambe stanche.
non mi pesa,non mi pesa davvero fare ogni giorno per chissà quante volte venti chilometri per raggiungerti.
non mi pesa se sono certa che alla fine dell'ultimo incocrio ci sarai tu.
con un sorriso e il sangue per tenerci vive,con i nostri balli e le urla per la ricerca di una felicità misteriosa.
busserò ancora immense volte alla tua porta.per ricordarti che non sei sola,che il respiro non può mancarti.
che,nonostante viviamo anni in cui la memoria non esiste più,avremo comunque qualcosa da raccontare,da raccontarci.
ho perso il filo del discorso troppe volte.mentre ti parlavo di utopie.
siamo costretti a costruire utopie che si rivelano più resistenti dei paracaduti da cui lanciamo le nostre emozioni.
raramente ho sentito parole così scorrevoli uscire dalla bocca di una persona.
mi era sembrato quasi di ritornare indietro di due anni.quando mi ritrovavo là,seduta su quella sedia,dietro di te.
con tutte le parole,e tutta la tua precisione.
ma mentre ritorno a casa,dopo il lungo inverno,scopro che il tempo smussa le cose.
le riduce in polvere per poterne creare delle altre.
siamo matriale stipato su scaffali stretti in cui l'aria non circola,come gli ideali.
non capisco perchè ogni cosa debba finire.estinguersi.
la vita non è una ruota che gira.la vita è solo un susseguirsi di eventi che,come dite,si ripetono,perchè l'uomo,non ha immaginazione.e poi perchè,siamo bravi a sbagliare.e ci piace farlo.
continuamente,sempre meglio.
ecco perchè smussiamo le cose,gli oggetti,affiliamo coltelli che si consumano.
ecco perchè sono ancora quà a scrivere.
perchè non lo so,ma mi fa sentire meglio.più viva e più sicura che queste mie parole non finiranno con l'essere seppellite in giardino.
e neanche i libri e tutte le parole si estingueranno catturate da qualche vento del nord.
ne sono sicura,perchè la sicurezza è una sensazione che ci costruiamo noi.
ci convinciamo ogni giorno,e siamo contenti che sia così.
non mollare mai la lotta.
non abbandonare mai la nostra voglia di vivere.ritroveremo i nostri splendidi giorni archiviati in qualche museo importante.
saranno appunti di una vita dal valore inestimabile che nessuno sciuperà.

prepara le valigie,perchè il giorno di mezza estate scendiamo giù.
per vivere una notte lunga una vita.
ora.

e di nuovo,con il vento in faccia.

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