sabato 17 luglio 2010

diciassette anni portati così.

con un pò di ritardo mi risiedo al solito tavolo con le stesse mani,pronte,a scrivere pezzi nuovi.
la verità è che volevo provare a sentire l'emozione di diciassette anni appena arrivati.ma la verità è che non lo so.di nuovo.
siamo solo foglie cadute in autunno che ora crescono sotto il sole,non dobbiamo temere più niente del mondo.
la nostra vita scivola attraverso le ossa e molto spesso ci lascia senza fiato.camminiamo piano,tuttavia,siamo scrutatori di un mondo in rovina.
lo dicono i libri,lo dice la gente.
nonostante tutto,però,amo ancora il profumo del vento in estate e l'aria piatta e immobile delle sere bagnate dal vino.
tuttavia sono ancora capace di stupirmi e apprezzare tutte quelle sensazioni che compongono una vita intera.
non sono più sedici,sono già diciassette e ogni volta penso a quello che ho fatto e tutto quello che devo ancora fare.
ripenso ai momenti in cui le gambe tremavano e faccio frullati di emozioni passate.
credo che ognuno di noi debba vivere al massimo,fare il massimo.sentire le ossa che si sbriciolano per la vita.
credo che le occasioni non vadano sprecate e tutti i treni che vanno debbano essere seguiti.
le lacrime che verseremo nel tornare sono solo gli applausi dei nostri titoli di coda.

manca già tutto.tutti i tramonti e la sabbia negli zaini.
mancano già tutti,i sorrisi e le parole,ovviamente.
alla fine di ogni viaggio,capisci quello che è stato.se è stato.
e se ci pensi,è tutto così.
se hai vissuto,piangi molto.
se hai provato la sensazione di vita tra le ossa,verserai molte lacrime.
e allora,io non credo che si pianga solo per tristezza.
credo che molte lacrime siano il risultato di ringraziamenti e prodotti nutrienti per le nostre esperienze.
che ridere.
che vivere il nostro errare lungo fili della notte e pietre del giorno.
il nostro vagabondare per addormentarsi sotto docce gelate è solo un grido nel silenzio per rompere la monotonia.
ho gli anni precisi che tu avevi quando hai iniziato a scendere le scale.
ho gli anni che avevi tu quando sognavi sotto una coperta di stelle.
ora ce l'ho io,stretti nelle mie tasche bucate.
con il sapore di un anno in più,con l'ingenuità dell'ultimo anno da innoqua minorenne.
ma i numeri non contano.
ciò che serve è sentirsi forti.anche se,molte volte,non lo si è.
vorrei venirvi incontro per abbracciarvi e ringraziarvi.
per dirvi di non piangere,di non farlo.
ma in queso giorno caldo di Luglio decido di rimanere immobile,con i miei diciassette anni portati così.
decido di vivere,come ho fatto per tutte le volte che sognavo talmente forte che mi usciva il sangue dal naso.

siamo ancora salvi,finchè ci stupiamo.
tomorrow is the first day of the rest of my life.

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