giovedì 8 luglio 2010

distanze che sembravano infinite.

il rumore dei treni stamattina non mi ha fatto paura.
la mia pelle non ha sentito il bisogno di trovare un riparo,se non dalle vostre lacrime.
Buon viaggio di ritorno amici stranieri.
è stato come staccarsi il cuore e spezzarlo in due,per lasciarlo un pò a tutti.come un pezzo di pane.
ho già letto la lettera,e tornerei volentieri indietro.per vedere ancora i tuoi occhi bagnati salire sul treno con la stessa fatica con cui sei scesa.
ci rivediamo fra due anni in Uruguay,ci rivediamo lungo la strada.
non ho guardato il treno partire.
volevo ricordarti ,per sempre, vicino a me.ho scelto di avere il tuo ricordo ancora su questa terra.
i ricordi sono nostri,scegliamoli belli.
quindi,ho lasciato partire il treno,ho girato l'angolo della stazione.
mi sono seduta sull'unico spazio verde non inquinato di smog,ma solo di pensieri,e ho pianto.lacrime fittissime,lacrime dolcissime.
ho ascoltato La Locomotiva.e pensavo a voi,come passeggeri di una nuova epoca.
ho spento il telefono.ho bisogno di rimanere con me stessa seduta all'angolo del marciapiede.
quell'angolo in cui,solo ventiquattro ore fa,c'eravamo sedute noi.

e pensare che quando eravate arrivati avevate facce tanto disorientate.
e pensare che ora,non aprite più gli occhi per le lacrime.
vi porto nel cuore,uno ad uno.

gli eroi sono tutti giovani e belli.
e corre corre corre,la locomotiva.

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